Ampliamento di Eima, Massimo Goldoni “Non mi spiego i noâ€
“Il dibattito sul futuro della Fiera di Bologna, e sul piano per la riqualificazione del quartiere, non dovrebbe riguardare l’opportunità o meno di fare investimenti, ma solo il modo in cui articolare il piano, poiché appare evidente come questo porterà vantaggi tanto alla Fiera quanto alla città”.Con queste parole il Presidente di FederUnacoma, la federazione italiana dei costruttori di macchine agricole (Confindustria), organizzatrice dell’Eima, interviene sulla questione di BolognaFiere e sulle polemiche e le contrapposizioni che in questi giorni hanno visto profilarsi un fronte del “no”, contrario al piano di sviluppo del quartiere. Goldoni ha incontrato il sindaco Merola e l’assessore regionale alle attività produttive Costi, che hanno confermato l’impegno finanziario di 10 milioni di euro per la parte di competenza pubblica del progetto di riqualificazione.“Una manifestazione come EIMA International – ha reso noto la Federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura – non soltanto rappresenta un’eccellenza nel calendario fieristico di Bologna, ma produce per la città e la provincia, solo in termini di indotto per quanto riguarda l’ospitalità alberghiera, la ristorazione, i trasporti e i servizi, un fatturato non inferiore ai 30 milioni di euro per ogni edizione”.Secondo FederUnacoma gli interventi per la riqualificazione della struttura e per l’ampliamento della superficie espositiva non sarebbero dunque un azzardo dal punto di vista imprenditoriale ma un passaggio necessario per mantenere il quartiere efficiente e competitivo. “In più occasioni – spiegano da FederUnacoma - la federazione ha dimostrato, con dati concreti, la necessità di migliorare le strutture per contrastare la concorrenza estera e per mantenere a Bologna un business fieristico che rappresenta per l’intera città una risorsa importante”.Per mostrare la carenza di superficie espositiva, FederUnacoma annuncia che a oggi, con nove mesi di anticipo sulla partenza dell’evento (9-13 novembre 2016), gli organizzatori di Eima hanno impegnato già più del 70% del quartiere fieristico. “Questo fa prevedere – commentano dalla federazione – che anche per questa edizione un cospicuo numero di industrie non potrà prendere parte alla manifestazione per mancanza di spazio”.“La Fiera dovrebbe identificarsi negli eventi che in essa si svolgono - conclude Goldoni - e l’adeguamento delle strutture alle esigenze del mercato dovrebbe essere un processo spontaneo e fisiologico. Senza interventi migliorativi le grandi rassegne non potranno restare a Bologna e non si capisce a chi potrebbe giovare una simile conclusione”.
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