La chiamano “Bloom economy”, secondo la definizione che ne ha dato il giornale inglese The Guardian, riferendosi al boom dell’interesse per la cura delle piante da interno. Una tendenza che era già nell’aria nel 2019 ma che nell’anno del lockdown ha trovato terreno fertile per una vera e propria esplosione.
La voglia di giardinaggio ha contagiato infatti anche tutti coloro che hanno poco spazio a disposizione e che magari non dispongono di affacci all’esterno, giardini, terrazzi e balconi. Ecco allora che le piante trovano posto in casa (ed è questa la caratteristica della Bloom economy: il verde diventa complemento d'arredo), intercettando un trend di design già di grande successo, il “junglalow”, che trasforma le abitazioni in “giungle urbane”.
Complice lo smart working e le lunghe giornate a casa, l’attenzione a una migliore qualità dell’aria, il desiderio di compagnia di chi vive solo e il grande contributo delle piante al benessere psico-fisico, la ricerca e l’acquisto di piante indoor sono sbocciate.
Tra il 2019 e il 2020 la vendita di piante da interno è aumentata di almeno il 50%, secondo i dati raccolti dalla National Gardening Association.
Il fenomeno è globale e ha determinato un proliferare sia in Europa sia negli Stati Uniti di piattaforme e siti per l’e-commerce di piante e attrezzature per la coltivazione da interni, come box, lampade e kit per l’idroponica.
Non solo. Poiché il trend riguarda in larga misura anche una fetta di coltivatori giovani, sui canali social – Instagram in prima linea – si sono moltiplicati, e hanno moltiplicato a doppia cifra i loro follower, anche i cosiddetti “plant influencer”, che raccontano con fotografie e video le loro case green. Questo ha innescato di rimando l’attenzione e l’interesse dei millennials (i nati tra il 1999 e il 2010).
Un pubblico che si avvicina per la prima volta al giardinaggio, ma che rappresenta senza dubbio un’importantissima occasione per il futuro, che il tutto il comparto non può lasciarsi scappare.
La redazione
Foto di copertina di cottonbro e di Huy Phan da Pexels.
