La “Associazione italiana giardinieri professionisti” è nata con l’intento di tutelare la figura del giardiniere professionista. GardenTV ha intervistato il suo presidente Anita Claudia Pavoni per chiederle, dopo aver spiegato di cosa si occupa l’associazione e quali attività ha in mente per il futuro, di definire il panorama normativo (di legge, ma non solo) in cui oggi si muove il giardiniere di professione.
Come è nata l’associazione e di cosa si occupa?
L’associazione è nata a seguito dell’incontro tra diversi professionisti che hanno maturato la volontà di formare un’associazione per tutelare e sviluppare, in primis, la figura del giardiniere professionista, intendendo per esso, quello preparato, formato, che sa e che sa fare. Non dimenticando il contesto in cui lavoriamo: il verde, il paesaggioi e naturalmente i nostri committenti.
Si è quindi optato di associarsi, come associazione professionale di categoria, sfruttando le opportunità offerte dalla Legge n. 4/2013 e del successivo Decreto Legislativo n.13/2013. Le normative citate hanno introdotto, in Italia, la possibilità alle professioni non organizzate in Ordini o Collegi, di darsi una forma associativa, di rappresentanza e tutela. Nonché la possibilità di rilasciare attestati di qualifica professionale. L’associazione com’è previsto dalla normativa indicata è no-profit.
Come è composto il board (presidente, soci, consiglieri)?
Lo Statuto prevede l’Assemblea dei soci, che elegge il Consiglio direttivo. All’interno del Consiglio direttivo, sono eletti, presidente, vicepresidente, segretario e tesoriere. C’è poi il Comitato tecnico-scientifico, indipendente, a carattere di indirizzo, riguardo la formazione e quant’altro ritenuto utile.
In seguito alle nuove disposizioni di legge, il giardiniere è oggi una professione riconosciuta. Qual è il suo giudizio in merito, la norma presenta dei limiti?
Per prima cosa occorre definire chi è il giardiniere. Il giardiniere è colui che usando le mani, ma dotato di preparazione professionale tecnico-operativa, si occupa della realizzazione, cura e gestione del giardino, ed in generale delle opere a verde e del paesaggio. Sono molte le sue competenze, dal momento che molte e varie sono le sue attività. In generale possiamo dire che è colui che effettua lavori ex novo, oppure che realizza manutenzioni ordinarie. Le manutenzioni straordinarie comprendono le competenze anche di arboricoltori, tree-climber, mentre alcuni giardinieri sono più specializzati, penso per esempio a chi si occupa di prati, campi sportivi e quindi ha strumentazioni e conoscenze specifiche in materia. Prendendo spunto da un recente articolo giornalistico, tuttavia si può dire che il giardiniere di una volta, che aveva una solida preparazione, che aveva ampie competenze sulle piante e la loro cura, non esiste più. Negli ultimi 20 anni la professionalità media è diminuita, nonostante le conoscenze tecnico-scientifiche siano aumentate. Un paradosso, insomma.
Quali?
Per prima cosa la proposta di legge è stata avanzata nell’ambito del Collegato agricolo alla Finanziaria e gli artigiani, non sono stati coinvolti né informati. E ricordiamo che la maggior parte dei giardinieri in attività sono artigiani. La legge sostanzialmente dice che tutti i florovivaisti iscritti al Registro Unico dei Produttori, sono ‘automaticamente’ giardinieri abilitati, senza la necessità di nessuna qualificazione. E questo non ci pare corretto: è evidente che non è la stessa cosa. Il vivaista è un’attività, il giardiniere è un’altra attività. Non a caso, sono identificati da codici diversi, riguardo la classificazione delle attività lavorative. I cosidetti codici ATECO, utilizzati dalle CCIAA, per la registrazione delle imprese. Il vivaismo è considerata attività agricola, il giardinaggio attività di servizio.
Tornando alla disposizione di legge di cui sopra, tutte le imprese (tranne i florovivaisti) che vorranno occuparsi di realizzazione, cura e manutenzione del verde, dovranno seguire ‘corsi abilitanti’. I corsi abilitanti, saranno erogati dalle Regioni, che dovranno legiferare singolarmente, su contenuti, durata e modalità di erogazione di detti corsi.
In passato, generalmente, le Camere di Commercio, hanno sempre iscritto semplicemente chi faceva domanda, senza richiesta di requisiti professionali. Del resto nessuna legge lo prevedeva.
Attualmente troviamo, così, ad operare sul mercato, imprese di giardinaggio, con titolare e dipendenti qualificati e seri. Ma queste sono una minoranza. E dall’altra imprese diverse, che invece, svolgano quest’attività, senza alcuna preparazione. Tant’è che nel tempo il lavoro di giardiniere si è notevolmente squalificato. La crisi ha poi incrementato il ‘lavoro nero’ nel settore e ulteriormente squalificato lo stesso.
Io, auspico, come presidente di Aigp, e ci stiamo adoperando in tal senso, affinché le singole Regioni, determinino corsi abilitanti omogenei. A tale proposito importante, che in Conferenza Stato-Regioni, vengano portate, linee guide che circoscrivano contenuti, durata e altre caratteristiche peculiari di detti corsi, affinché si arrivi a corsi abilitanti omogenei fra le Regioni.
Cosa offrite come associazione, quali sono le vostre attività (formazione/corsi…)
L’Associazione tutela e promuove la figura del giardiniere professionista, in tutti gli aspetti, e in tutte le sedi opportune. Partecipando, ad esempio a tavoli di lavoro ministeriali. L’attività di formazione è un altro punto importante dell’Associazione. A regime si rilasceranno attestati di qualifica professionale, validi a livello nazionale. Dopo l’accreditamento presso il Ministero dell’Agricoltura, stiamo ottenendo l’accreditamento del Ministero dello sviluppo economico. La formazione, sarà poi ‘permanente’, nel senso che per mantenere la qualifica sarà necessario seguire corsi/attività di aggiornamento professionale.
Siete molto attivi anche su Facebook: qual è l’importanza di questi nuovi mezzi?
Tramite i social, in poco tempo si raggiungono molte persone. Anche la formazione, a breve, potrà essere parzialmente online. Sfruttando piattaforme di videocomunicazione si possono anche fare incontri con i soci.
Cosa auspica per il futuro dell’associazione e della professione del giardiniere?
L’Associazione si doterà presto di uno sportello del consumatore, per avere un dialogo diretto con i nostri Clienti. AIGP, inoltre, grazie appunto alla Legge 4/2013, produrrà a disposizione di tutti, l’elenco dei propri giardinieri qualificati, con sistema di equivalenza per il riconoscimento a livello europeo. Sarà un Ente terzo, ad attestare la qualificazione dei propri soci, proprio per garantire la terzietà del giudizio, inoltre, saranno identificati livelli successivi e crescenti, di formazione, nonché specializzazioni.Diventerà così agevole per un privato, o per un Ente, rintracciare un giardiniere qualificato.
Quale consiglio darebbe a un giovane che intende fare questo lavoro?
Per avere un’idea precisa di cosa gli aspetta, consigliabile lavorare a fianco di un bravo giardiniere, per imparare il lavoro e per apprendere anche il modo di approcciarsi al committente, nonché imparare a lavorare in squadra. Le capacità relazionali assumeranno sempre più importanza. Ricordiamo che AIGP, associa sia imprenditori, sia autonomi (ditte individuali), che dipendenti, in quanto, l’Associazione andrà a qualificare delle persone fisiche.
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