Al liceo Keplero di Roma il tetto è…verde. Qui infatti, da circa un anno, è stato avviato un progetto di “green roof”, un giardino pensile dove gli studenti possono avvicinarsi alla cura delle piante e allo studio delle loro dinamiche, e del rispetto dell’ambiente, direttamente a scuola.
Divisi in gruppi, gli studenti, dopo una fase iniziale durante la quale sono state messe a dimora specie di sicura riuscita, si sono dedicati a sei specie della flora mediterranea per indagarne caratteristiche agronomiche, idrauliche e termiche grazie all’utilizzo di sensori che rilevano dati ogni dieci minuti. Ogni lunedì, invece, i ragazzi controllano la fioritura di ciascuna pianta per valutarne le performance.
«Imparare ad avere cura della nostra terra - spiega Maurizio Crasso, direttore commerciale della divisione verde pensile di Harpo - per formare i cittadini del presente e del futuro è da sempre una mission che lega a doppio filo la nostra azienda con la responsabilità di infondere l’idea che il benessere e la qualità della nostra stessa vita dipendono dal rapporto che ognuno di noi ha con la natura. Per questo abbiamo sposato il progetto consapevoli dell’importanza di trasmettere le conoscenze scientifiche alle nuove generazioni abituate all’interattività».
Il grande giardino pensile costruito sul tetto della scuola, il cui substrato tecnico è stato realizzato dalla divisone verde pensile di Harpo, fornisce grandi vantaggi ambientali e benefici economici: dalla regimazione delle acque meteoriche alla coibentazione, passando per il sequestro delle polveri sottili presenti nell’atmosfera. Inoltre, costituisce un’efficace barriera contro le onde acustiche e le radiazioni elettromagnetiche.
«I ragazzi sono entusiasti – spiega Roberto Casalini, il docente che segue il progetto -. Si tratta di un lavoro che di certo richiede grande passione e gli studenti dimostrano di averne a iosa. Il loro ruolo è fondamentale: si occupano di rilevare i dati, fotografare e interpretare graficamente la copertura vegetale, valutare mortalità e fioritura di ciascuna specie, ma anche comunicare, attraverso il blog, la pagina Facebook e il canale YouTube, il lavoro quotidiano e i risultati ottenuti. Una sperimentazione comporta problemi continui che a loro volta vanno risolti: ecco, credo che questo sia il più grande insegnamento didattico che il progetto possa fornire ai ragazzi».
I risultati del primo anno di sperimentazione saranno pubblicati subito dopo marzo in modo da riassumere l’attività e mettere nero su bianco le prime conclusioni di un progetto interdisciplinare in grado di coinvolgere studenti e insegnanti nel rispetto della natura.
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