Mele e Alto Adige: no ai pesticidi

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Ogni anno in Alto Adige viene raccolto il 10% delle mele coltivate in Europa. E ogni anno vengono spruzzati litri e litri di pesticidi e antiparassitari. Tanti. Troppi secondo gli abitanti di Malles, in Val Venosta. Assieme hanno dato vita a una protesta sfociata in un referendum popolare dal risultato senza precedenti. Il 75% dei votanti si è espresso per la messa al bando dei pesticidi sull'intero comune vedostano. Una bella vittoria dunque per le oltre 40mila aziende biologiche italiane che dall'anno prossimo potranno contare su altre 1800 aziende amiche. Tante sono infatti le società riunite nella Cooperativa frutticola della Val Venosta che ogni anno produce 350mila tonnellate di mele. «Il risultato del referendum non mi sorprende. Per poter convivere bisogna ridurre progressivamente l'uso dei fitofarmaci», spiega il Dott. Claudio Porrini, entomologo dell'Università di Bologna, da mesi impegnato al fianco dei coltivatori altoatesini ed esperto della zona dove, a valli strette con frutteti si alternano piccoli centri abitati e boschi. «Le colture biologiche sono un traguardo ma bisogna arrivarci gradualmente», continua Porrini, sempre al corrente di quello che succede nel panorama italiano. Uno dei primi dieci al mondo per superficie coltivata a biologico con il record di 1,3 milioni di ettari. Il 13% in più rispetto al 2013. Un bel passo avanti ma non ancora sufficiente visto che la percentuale di superficie agricola coltivata a biologico sul totale è pari solo al 9%.

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