Parco più bello: intervista ai vincitori

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Il concorso “Il parco più bello d’Italia”, edizione 2019, si è concluso qualche giorno fa con la proclamazione dei vincitori: la Reggia torinese di Venaria Reale per la categoria parchi pubblici e il parco di Fattoria di Celle, in provincia di Pistoia, per i privati. GardenTV ha intervistato i direttori e responsabili dei due parchi, facendosi raccontare come vengono gestiti gli spazi verdi più belli d’Italia.

Venaria Reale

VENARIA REALE

«Questo riconoscimento è un premio agli sforzi che sono stati messi in campo per realizzare un progetto molto ambizioso, ma anche alla filosofia che ha permesso di far rinascere i giardini andati completamente perduti, con il loro linguaggio compositivo e architettonico contemporaneo», commenta l’arch. Maurizio Reggi, Responsabile Conservazione Giardini della Reggia di Venaria Reale.

Un lavoro, aggiunge, che ha saputo far emergere «i tratti caratteristici, riproponendo le assialità, gli allineamenti, le prospettive e i collegamenti visivi, individuati quali elementi che definiscono la matrice del disegno che caratterizzava il giardino di Venaria e recuperando anche i riferimenti con il contesto paesaggistico circostante».

Non solo: il premio – spiega Reggi – valorizza anche «il modello organizzativo adottato per la gestione e valorizzazione del giardino attraverso un sistema in grado di gestire il giardino con personale alle dirette dipendenze. Le risorse umane diventano punto di forza del sistema dove la crescita professionale dei giardinieri consente di elevare la qualità e la cura dei dettagli nella conduzione del giardino».

Quali figure professionali sono coinvolte nella cura del parco?

La gestione del giardino è affidata all’ufficio Conservazione Giardini, che si occupa dell’organizzazione della manutenzione, valorizzazione e sviluppo dei nuovi progetti dei giardini. La manutenzione dei giardini è affidata a una squadra alle dirette dipendenze del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

Quanti giardinieri si occupano della sua manutenzione e come è organizzato il loro lavoro?

La squadra è attualmente composta da 4 giardinieri con contratto a tempo indeterminato, 12 giardinieri stagionali.

Sulla base delle disponibilità di bilancio viene stabilito il programma annuale che riguarda gli interventi di manutenzione ordinaria e gli interventi di miglioramento del giardino.

Si passa poi alla programmazione stagionale, e poi via via si arriva a definire il programma settimanale dove vengono organizzate le squadre in funzione degli interventi da eseguire e a ogni giardiniere viene affidato un compito giornaliero.

Come è composto il parco macchine a disposizione?

Il parco macchine è molto articolato e consente di eseguire tutte le operazioni di manutenzione. Sono compresi, per citarne alcuni, trattori, macchine per il taglio prati con operatore a bordo e a spinta, e le principali tipologie di attrezzature manuali.

Vengono usate anche attrezzature a batteria?

Da alcuni anni stiamo utilizzando tosasiepi, zappette e forbici con alimentazione a batteria.

Inoltre abbiamo in dotazione, per gli spostamenti nel giardino, macchine ad alimentazione elettrica di tipo professionale.

Quanto è grande il parco?

La proprietà si estende per una superficie di 80 ettari di cui 50 recuperati a giardino.

Ci sono progetti di manutenzione straordinaria in vista?

È stato predisposto un progetto per ampliare la superficie del giardino nell’area del cosiddetto Parco Alto con la realizzazione del secondo giardino Inglese e di altri due boschetti e uno spazio per accogliere una serra.

Di quale aspetto del parco andate più fieri?

Quando si è deciso di procedere con il recupero dei giardini e i suoi tratti caratteristici, la testimonianza del suo antico Potager ne rappresentava un tassello fondamentale. Purtroppo la sua originale collocazione è ora occupata da una scuola e dal campo volo del gruppo elicotteristi dell’esercito e pertanto al di fuori del perimetro a disposizione dei giardini.

Fortunatamente all’interno della proprietà del complesso esisteva una area idonea a ospitare il Potager. Una area nel parco basso dove a metà dell’ottocento era stata edificata una cascina chiamata “Cascina Medici del Vascello”, un’area quindi in passato dedicata alla produzione agricola, anche lei abbandonata e in disuso dopo la seconda guerra mondiale.

L'intervento, che occupa una superficie di 10 ettari, organizzato in quattro ambiti di cui due per la produzione orticola e due per quella frutticola, si è posto l’obiettivo di riproporre l'atmosfera del luogo con una particolare attenzione nella composizione e nelle proporzioni dei singoli elementi che hanno permesso di richiamare e interpretare le immagini storiche di riferimento. Si sono pertanto messi in evidenza gli aspetti estetici e di ricercatezza che si possono incontrare in uno spazio spesso considerato di "servizio" e riproponendo alcuni degli elementi scenografici che caratterizzavano il giardino: le fontane, le "gallerie verdi" e i grandi viali alberati, attraverso un linguaggio compositivo di matrice contemporanea.

Quante persone visitano il parco in media ogni anno?

I visitatori dei giardini sono circa 500.000 ogni anno.

Cosa apprezzano maggiormente?

Uno dei principali riscontri che abbiamo dai visitatori è riferito al livello manutentivo e di cura che si percepisce passeggiando nel giardino. I visitatori rimangono colpiti dalla vastità del giardino, dalla sua diversificazione, dall’utilizzo che si fa della verdura del Potager, utilizzata dai cuochi della Garden House e l’attenzione all’ambiente. I visitatori possono sedersi nei prati e godere della natura da vicino elemento apprezzato soprattutto dalle famiglie.

Fattoria di Celle

FATTORIA DI CELLE

Il parco della Fattoria di Celle aveva già ottenuto nel 1996 il premio AIAPP per il miglior parco privato italiano. «Questo nuovo riconoscimento – dice il dott. Giuliano Gori, collezionista e proprietario – è una riconferma che non può che renderci orgogliosi, anche in considerazione dell'evento atmosferico subito il 5 marzo del 2015 che ci ha privato di oltre 550 alberi storici situati tra il parco e l'uliveto circostante. In questi quattro anni, con un pervicace senso di responsabilità, siamo riusciti a cancellare ogni segno di quell'immane disastro».

La cura del parco tiene conto oltre che del suo valore botanico anche delle opere d’arte ambientale: «Il parco di Celle – spiega Gori – è doppiamente  monitorato, in quanto alla natura ci affidiamo alla consulenza dei più importanti vivaisti di Pistoia. Per quanto riguarda invece le opere d'arte ambientale, in esso  contenute, possiamo contare sul monitoraggio dei professionisti appartenenti all'Opificio delle Pietre Dure, con i quali tra l'altro nel 2011 abbiamo partecipato  alla nascita del primo Master italiano in Conservazione e Restauro delle Opere d'Arte Contemporanea».

Un ampio assortimento di macchine è a disposizione degli operatori per la manutenzione del parco, di 20 ettari, che si trova all’interno di una superficie verde di 500 ettari in totale e che comprende, oltre a una parte boschiva, sia uliveti che vigneti.

«Il parco – conclude Giuliano Gori – gode del  privilegio di essere visitato ogni anno da numerosi musei, istituzioni  italiani, europei e di oltreoceano. Il numero di visitatori è difficile da calcolare, anche  se lo possiamo stimare in diverse migliaia ogni anno, in occasione di eventi speciali ne riceviamo migliaia in una sola giornata».

La redazione

Crediti fotografici:
Per la Fattoria di Celle: Aurelio Amendola Pistoia
Per la Reggia di Venaria: Archivio Consorzio Residenze Reali Sabaude

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