Residui di sfalci e potature fuori dai rifiuti

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Sfalci e potature sono d’ora in avanti esclusi, anche a livello nazionale, dalla disciplina dei rifiuti: il decreto di legge approvato di recente alla Camera semplifica la gestione degli scarti derivanti dalla manutenzione del verde, che vengono ora specificati in un elenco di materiale agricolo e forestale che può essere riutilizzato attraverso le buone pratiche colturali, e risolve una procedura di infrazione europea.

La Camera dei deputati ha approvato, con modifiche, il ddl “Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018” che contiene, tra le altre, disposizioni relative allo smaltimento degli sfalci e delle potature. Le modifiche confermano l'esclusione dal campo di applicazione della disciplina sui rifiuti degli sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde urbano. Ora il disegno di legge verrà trasmesso al Senato per l’approvazione definitiva.

Spiegano da Assofloro: “Interpretando i problemi che le aziende della filiera impegnate nella manutenzione del verde urbano hanno sul fronte della gestione dei residui vegetali, da tempo l’associazione sta lavorando per una semplificazione della norma, anche nell’ottica della sostenibilità ambientale”.

In Lombardia, in concerto con il Comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente (ex Corpo Forestale) della Regione, Assofloro ha raggiunto  nel 2017 un importante accordo per consentire di snellire le procedure di smaltimento e trasporto dei materiali vegetali di risulta, provenienti da sfalci e potature, sia in ambito agricolo che florovivaistico, evitando alle aziende la compilazione del formulario.

 “Con le modifiche apportate tramite il ddl Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018, i residui di sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde urbano”, afferma la presidente di Assofloro Nada Forbici “potranno essere riutilizzati attraverso altre filiere, escludendoli dalla gestione come rifiuti con obbligo di registrazione e tracciabilità.

Questo ovviamente a patto che il materiale sia un materiale "non inquinato" da altro materiale e sia usato in agricoltura o per produrre energia, anche fuori del luogo di produzione, o con cessione a terzi se non si danneggia l’ambiente e non si mette in pericolo la salute. Ciò è valido indipendentemente dal fatto che a produrre il materiale di risulta sia un’azienda agricola o un'azienda artigiana.

Nella norma viene fatto specifico riferimento al verde pubblico dei comuni, sgomberando il campo da qualunque interpretazione riduttiva alle sole risulte prodotte dalla manutenzione del verde privato”.

La redazione

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